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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

MASSONERIA

                                
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SOLSTIZIO D'INVERNO

e RUOLO INIZIATICO

di GIOVANNI L'EVANGELISTA

 

di Atos

 

Se avessi dovuto prendere la parola per elucubrare sul Solstizio d'Inverno e sul significato che ad esso danno i Massoni, forse avrei rinunciato perchè non avrei dovuto fare altro che ripetere, più o meno a pappagallo, cose già note e stradette nelle Logge Massoniche. Ma non è più tempo di retorica! Siamo nel XXI secolo. La Nuova Era ci invita senza mezzi termini a Disegnare il Futuro dell'Umanità senza cancellare il suo passato.

Il neo Gran Maestro dell'Ordine Internazionale, Fratello Njordur P. Njardvik, ci dice nel Suo messaggio di insediamento che "se ci volgiamo verso il futuro, dobbiamo considerare lo spirito con cui si avrà la responsabilità di far entrare 'Le Droit Humain' nel 21° secolo."

Una di queste responsabilità consiste, a mio parere, nel rivalutare Simboli e Figure di alcuni Grandi Iniziati che rischiano involontariamente di essere posti in secondo piano quando invece non lo meritano. Senza nulla togliere quindi all'esoterismo del Solstizio d'Inverno nel suo significato tramandatoci dal mito, vorrei che si riflettesse sulla Figura di un Iniziato che la Massoneria ha posto, nel ricordo collettivo, in parallelo ad esso. Mi riferisco a Giovanni l'Evangelista, nella fattispecie indicato come confessore del Logos, ossia del Verbo e che ci dice in quel monumento di esoterismo che è il suo Vangelo, scritto nella solitudine dell'isola di Patmos, dove in tarda età quel Grande Iniziato si era ritirato, come "la Luce splende nelle Tenebre e le Tenebre non l'hanno ricevuta." Con queste parole il nostro Fratello Giovanni rimarca la staticità dell'umana natura che, se non nutrita dal concime spirituale, resta sepolta sotto la coltre di neve precipitata dalla materialità. Qui troviamo una stretta analogia col Solstizio d'Inverno che inaugura il periodo di gestazione del seme che, ricoperto dalla neve, cresce a poco a poco per poi venire alla luce, nascere in Primavera se adeguatamente nutrito o marcire, se non alimentato. Ciò deve ricordarci la nostra sosta nel Gabinetto di Riflessione, dove moriamo alla materialità del mondo profano per poter quindi nascere a Nuova Vita con la nostra Sacra Iniziazione.

Non è mia intenzione mettere in bocca al nostro amatissimo Gran Maestro parole non dette o travisare il senso del Suo messaggio. Non ci penso affatto. Ma questo Suo dire mi porta a fare delle considerazioni personali che mi permetto di condividere con Voi in questa speciale Ricorrenza che amalgama la tradizione del Solstizio d’Inverno con il ruolo esoterico assunto da Giovanni con la trasmissione del messaggio dato dal Figlio dell'Uomo al mondo. Ma chi era Giovanni? Un Apostolo di Jehoshua o Gesù, il figlio di Miriam e di Giuseppe della stirpe di Davide. Colui a cui fu detto dal Figlio dell'Uomo che non avrebbe visto la morte se prima questi non fosse venuto per la seconda volta; era il capo dell'Ecclesia invisibile, così come Pietro lo era di quella visibile. Insomma era un uomo che aveva riconosciuto la Luce.  Un Iniziato, per dirla in termini a noi noti, che seppe trasmetterci la Parola Divina con senso di profondità e di profonda conoscenza del suo Maestro, ma sopratutto ce la trascrisse con grande semplicità, quella semplicità delle Grandi Anime che gli fa dire, nell'ultimo verso del suo Vangelo, di come tantissime altre cose si sarebbero potute scrivere sulla vita e sulle azioni del Maestro Gesù da non potere essere contenute in tutti i libri del mondo. Fu tale la grandezza di Gesù e l'universale portata del suo Messaggio che di certo l'iniziato Giovanni, il nostro amato Fratello Giovanni, disse il vero. Ma forse vi era anche un'altra ragione, che la dolcezza e la discrezione di questo Discepolo della Luce, omette di dirci. Forse ci avrebbe potuto portare confusione, turbamento. Forse. La Luce va ricevuta gradualmente. Quando ci svegliamo, al mattino, non apriamo forse gli occhi a po­co a poco per non essere abbagliati da essa? Così è del Messaggio Massonico. Il nostro Gran Maestro, continua così il suo Messaggio di insediamento: "sappiamo tutti che il nostro lavoro massonico non ha per obiettivo di trovare soluzioni a breve termine, ma di porre fondamenta, — lentamente e sicuramente —, e di innalzare le pareti del Tempio spirituale che può dare all'Umanità un luogo sacro e duraturo non sarà facile. Sapendo che i nostri peggiori nemici sono spesso tra noi, dobbiamo essere vigilanti se siamo fiduciosi e se mettiamo tutto il nostro cuore in questo compito difficile, riusciremo". Quanto appropriato si presenta questo suo messaggio in questa nostra Ricorrenza. In Inverno dobbiamo porre le fondamenta, dobbiamo seminare, dobbiamo chiuderci nelle nostre Tenebre e restare in Silenzio a meditare su come trasmettere la Luce Iniziatica ricevuta ai nostri Fratelli nel mondo profano. Noi dobbiamo entrare nelle Tenebre e attendere la Luce che ci permetterà di uscirne rinvigoriti, così come fece Ercole, così come fece Dante e come hanno fatto altri nostri Grandi Fratelli Iniziati prima di noi per poter trasmettere all'Umanità il Sacro Trinomio "Libertà — Uguaglianza —Fratellanza" — cioè lo Spirito dell'Amore, Pietra Angolare della nostra Sacra Istituzione, ieri come oggi. Solo così potremo essere in grado di Disegnare il Futuro dell’Umanità senza cancellare il suo Passato. Solo così avremo il giusto spirito e quell'adeguato senso di responsabilità che ci permette di entrare nel 21° secolo e di Inaugurare la Nuova Era dell'Umanità sentendoci all'altezza del compito che il Logos ha voluto illustrarci per mezzo dello scritto di Giovanni l'Evangelista e che noi ancora oggi onoriamo quando leggiamo i primi versi del Vangelo che porta il suo nome. Che il Grande Architetto dell’Universo sia con noi tutti sempre,seminando in noi il germe dell'Amore nello spirito della Libertà, dell'Uguaglianza e della Fratellanza che farà si che la Luce, l'Amore ed il Potere Divino vengano ristabiliti sulla Terra con l'Avvento della Nuova Era.

Atos

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