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LA GNOSI

 

Nel pensiero classico più antico il termine Gnosi, derivato dal greco, indica la conoscenza in generale. Nel corso del I e II secolo d.C. assume il significato di rivelazione di verità divine. La Gnosi, che secondo Clemente Alessandrino è frutto di pura intuizione, ci insegna "chi fummo, che cosa siamo diventati, dove eravamo, dove siamo stati gettati, verso quale meta ci affrettiamo, da che cosa siamo stati riscattati, cos'è la generazione, cos'è la rigenerazione". In tal senso essa fu oggetto di un vero e proprio movimento di pensiero, una delle espressioni più singolari del sincretismo ellenico cristiano, definito appunto "gnosticismo". Accanto alla Gnosi ebraica, rappresentata da Filone, quella cristiana si svolse secondo un intrigo di sette. La distinzione più agevole e sicura è tra una Gnosi volgare ed una Gnosi dotta, caratterizzata quest'ultima da un maggiore impegno speculativo. Della prima, che si diffuse in Siria, in Asia Minore, a Roma e fors'anche in Egitto, sono precursori Cerinto, Carpocrate, Satornilo, Simon Mago e Menandro: vi hanno parte preponderante le pratiche magiche, astrologiche e gli elementi mitologici. Alla seconda, che ebbe il suo centro principale in Alessandria, e che risentì del giudaismo alessandrino e dell'ermetismo, appartengono le figure di maggior rilievo, come Basilide, Valentino e Marcione. Essi costruirono un sistema emanazionistico fondato su una sfera di intermediari psichici, detti eoni , posti tra il Dio-silenzio e l'Anima umana, a sua volta concepita miticamente come compendio di tutte le potenze energetiche dell'universo.

Il termine Gnostici, derivato dal greco conoscenza, indica i seguaci di una corrente filosofico-religiosa, risalente al I - II secolo d.C.  Gli Gnostici sostenevano che, per avere la possibilità di salvarsi, l’uomo deve attivare la conoscenza della natura e dei misteri della fede. Suddivisi in moltissime sette, gli Gnostici comunicavano per mezzo di simboli ed emblemi, ed imitavano riti e cerimonie dei misteri di eleusi. Erano organizzati in cinquanta classi o centri, che si differenziavano sensibilmente nella interpretazione delle teorie minori, delle motivazioni e degli scopi secondari, riassumendosi in una filosofia della religione risultante dalla comparazione delle varie dottrine, nonché nella fusione delle idee cristiane con la teofisica orientale, determinata dalla prevalenza del pragmatismo all’interno della Chiesa (Bauer e Neander). Erano animati da un intenso zelo cristiano teso alla ricerca di una soluzione pratica al cospetto del peccato e del male (Mohler). Una ripresa dell’attività degli Gnosi si ebbe nel 1888, alla ricostituzione della Chiesa Gnostica operata dal massone J. Doinel, a cui aderirono anche personalità di spicco sul piano culturale, tra cui Reneé Guenon, che visse quest’esperienza sotto in nome di Tau Paligenius.  Anche in Italia ci fu nella prima metà del secolo un notevole risveglio, testimoniato dalla Chiesa Gnostica Apostolica Universale, sotto la guida di Tau Johannes, Massone e Martinista. Secondo il Moramarco, "Tra le idee forza del neo gnosticismo italico troviamo quella della rinascita e del rifiuto di un dopo morte statico, al quale viene opposta l’opera perenne al servizio divino. Il Cristo adorato è quello solare, che trova la sua espressione morfologica ogni volta che occorre dare un particolare indirizzo all’evoluzione cosmica, e si manifesta a mezzo di veicoli fisici preparati al conseguimento di tale scopo, tra i quali quello dell’elargitore della Buona Novella, od Evangelo, noto sotto il nome di Gesù".

 

Tratto dal Dizionario Esoterico
a cura di Riccardo Chissotti

Esonet – la tradizione Iniziatica tra Oriente e Occidente

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LA   CHIESA  GNOSTICA

 

Se vogliamo parlare della storia delle Chiese gnostiche non  possiamo fare a meno di citare Jules-Benoît Doinel.  

Nato a Moulins, nel 1842, in una famiglia cattolica, durante l’adolescenza comincia a sperimentare esperienze mistiche e visioni di santi.

Dopo una parentesi di noviziato presso i gesuiti di Montciel, che dura solo due anni,  nel 1866 viene nominato archivista ad Aurillac e successivamente, nel 1875, è promosso nei rinomati archivi di Orléans.  Nel frattempo aveva abbandonato il cattolicesimo e si era scoperto doti di medium spiritista.

Nel 1884 entra a far parte del  Grande Oriente di Francia.

Le sue doti professionali, dopo l’iniziazione in Massoneria, lo portano a essere nominato archivista del Grande Oriente e bibliotecario del Museo massonico.

Nel 1890, Doinel entra in rapporto con Gérard Encausse, detto “Papus” (1865-1916), e fonda la branca di Orléans del Gruppo Indipendente di Studi Esoterici, aderendo anche all’Ordine Martinista.

Pur tra molteplici appartenenze, fra cui non va dimenticata la Società Teosofica, Doinel riserva i suoi maggiori interessi allo gnosticismo antico, pubblicando vari saggi e articoli. Decisivo per la successiva fondazione della Chiesa gnostica è l’incontro di Doinel con la contessa Maria Mariátegui (1830-1895), il cui salotto parigino era frequentato dai principali protagonisti del mondo esoterico e dello spiritismo. La contessa si diceva a sua volta favorita da visioni e si considerava la reincarnazione di Maria Stuarda, in onore della quale aveva creato una società segreta.

Qualche giorno prima del 17 maggio 1890, quando Doinel firma il primo “mandamento” come vescovo gnostico, è consacrato nella società segreta della contessa. Successivamente, nel giugno 1890, si tiene sempre presso la nobildonna la famosa seduta spiritica dove quarantuno vescovi catari si manifestano e consacrano Doinel come patriarca e fondatore di una nuova Chiesa gnostica.   

Già nel 1890 il nostro archivista, con i poteri che ritiene gli siano stati conferiti, inizia a consacrare vescovi gnostici, fra cui si contano i nomi più noti dell’esoterismo francese, da Papus a Paul Sédir (1871-1926).    Anche una donna, Marie Chauvel de Chauvigny (1842-1927) è consacrata vescovo con il nome di Esclarmonde.     Nel 1892 si può riunire un sinodo della Chiesa gnostica, che conferma la carica patriarcale di Doinel e gli conferisce il nome di Valentino II.  Nella Chiesa è consacrato vescovo anche l’esoterista Léonce Fabre des Essarts (1848-1917) con il nome di Synésius.

Negli anni fra il 1890 e il 1894 Doinel dà alla Chiesa gnostica un catechismo e un rituale, che mescola insieme elementi dello gnosticismo antico e del catarismo.

L’atteggiamento dell’affiliato alla Chiesa gnostica è riassunto in questa risposta del Catechismo: “Sono Gnostico Valentiniano. Ho il Pleroma per Padre, Christo per Salvatore, Simone e Valentino per dottori, Elena e Sophia per appoggi, e attendo l’avvento di Nostra Signora Pneuma-Agion, l’Eterno Femminino”.

Nelle difficoltà di ricostruire la vita rituale dello gnosticismo antico, per i sacramenti Doinel si rivolge ai catari di cui riprende il Consolamentum e l’“Appareillantum”, che è un rito penitenziale.   In pratica con la Chiesa gnostica Doinel aveva fondato una società iniziatica di intonazione massonica, con una mitologia gnostica e un rituale cataro.

Se molti esoteristi del suo tempo appartengono insieme a qualche organizzazione occulta, Doinel va oltre e frequenta insieme la Massoneria, il Martinismo, gli ambienti teosofici, la Chiesa gnostica e perfino la messa cattolica.   Quando muore, il 16 marzo del 1902, i cattolici e gli gnostici assicurano entrambi che è morto nella loro rispettiva fede.

L’archivista francese è un emblema della complessità dell’ambiente del nuovo gnosticismo, che non risolve le contraddizioni in una sintesi, ma più spesso le giustappone in un sincretismo.

Dopo Doinel, Fabre des Essarts resta per ventuno anni patriarca della Chiesa gnostica,  che gradualmente riesce  ad espandersi in diversi paesi, dal Belgio alla Germania, dalla Russia agli Stati Uniti.  Continua a essere di moda per chiunque sia un personaggio importante nel mondo dell’esoterismo ricevere una consacrazione come vescovo gnostico: la ottiene ad esempio nel 1909 anche il giovane René Guénon (1886-1951), che prende il nome di Palingénius.  

La Chiesa gnostica di Fabre des Essarts continua le sue attività grazie a Guénon che ne dirige la rivista, La Gnose, dal 1909 al 1912.  Quando Guénon decide di abbandonare la Chiesa gnostica, questa entra in un periodo di decadenza, aggravato dalla morte del patriarca nel 1917.   Gli succede prima Léon Champrenaud (1870-1925), poi Patrice Genty (1883-1964), che nel 1932 “mette in sonno” la Chiesa ormai agonizzante, anche se alcuni vescovi non accettano la decisione del patriarca e continuano un’attività indipendente.

Nel frattempo, Jean Bricaud (1881-1934), che era stato consacrato vescovo gnostico nel 1901, approfitta di questo momento negativo e fonda nel 1908 la Chiesa Gnostica Universale.

Dal 1913 Bricaud decide di utilizzare una carta in più. Nell’ambiente delle “piccole Chiese”  si considera importante detenere una linea di successione apostolica considerata valida secondo i criteri del diritto canonico cattolico.

Il 21 luglio 1913 Bricaud riesce a farsi consacrare vescovo da Louis-François Giraud (1876-1950), che a sua volta era stato consacrato nel 1911 da Julien-Ernest Houssay (1844-1912), noto nel mondo dell’occultismo come “Abbé Julio”, la cui linea di successione apostolica risaliva a Joseph-René Vilatte (1854-1929), il quale era stato consacrato a Ceylon nel 1892 da tre vescovi della Chiesa siro-malankarita, i cui ordini sono riconosciuti come validi dalla Chiesa cattolica.

Alla morte di Bricaud, Constant Chevillon (1880-1944) viene eletto suo successore.

Problemi assai gravi sorgono con la Seconda guerra mondiale, in cui la Chiesa gnostica è perseguitata dal nazismo e dai collaborazionisti francesi, alcuni dei quali assassinano il patriarca Chevillon.   Dopo un periodo confuso,  a Chevillon succede il martinista Henri-Charles Dupont (1877-1960).  Poco prima di morire, Dupont si dimette dalla sua carica per permettere a Robert Ambelain (1907-1997)  di perseguire un ambizioso progetto di riunificazione di tutte le ormai numerose branche delle Chiese gnostiche di origine francese, facendole confluire tutte nella Chiesa Gnostica Apostolica che aveva fondato nel 1958. Il tentativo è coronato da successo, ma nel 1967 Ambelain lascia la guida della Chiesa Gnostica Apostolica, che cessa di esistere come realtà internazionale nel 1983. 

 

 

 

 

 

LA   CHIESA  GNOSTICA IN ITALIA

 

In Italia, invece, la storia delle Chiese gnostiche risale al 1910, quando Vincenzo Soro (1895-1949) è ordinato vescovo da Jean Bricaud (1881-1934) con il nome di Tau Marsilio.

Soro pubblica nel 1922 un importante volume, La Chiesa del Paracleto, e nello stesso anno fa tradurre in italiano il volume La Santa Gnosi di Bricaud.     Per una vera e propria organizzazione di una Chiesa gnostica in Italia si deve però attendere il 1945, quando Mario De Conca (1901-1970), figlio di un pastore metodista, fonda a Milano una Chiesa Gnostica d’Italia con il nome di Tau Lychnus.  

Di questa Chiesa Gnostica d’Italia, De Conca è il primate mentre suo coadiutore è Tau Julianus, cioè Giordano Gamberini, noto alle cronache massoniche per essere diventato nel 1961 Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e direttore della rivista Acta Gnostica.     La Chiesa Gnostica d’Italia cessa le sue attività nel 1955.

Con Gamberini e De Conca era stato tuttavia in contatto il medico di Perugia Francesco Brunelli (1927-1982), contemporaneamente martinista e massone, amico fraterno, tra l'altro, di Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi.  Nel 1960 Brunelli si fa consacrare vescovo gnostico da Robert Ambelain (1907-1997) e instaura una Chiesa Gnostica Italiana, che si pone in continuità ideale con la Chiesa Gnostica d’Italia.   Brunelli procede alla consacrazione di parecchi vescovi gnostici, alcuni dei quali assumono successivamente la carica di primate. Nel 1972 Brunelli favorisce la nomina a primate di Loris Carlesi, in arte “Tau Johannes”,  che conserva ancor oggi la carica.  Non c’è dubbio che l’organizzazione di Carlesi sia l’unica con un’attività a livello nazionale, con comunità in molte città italiane e che vanta la pubblicazione di una rivista  Conoscenza, nata nel 1964, ricca di firme famose.    La Chiesa Gnostica Italiana, denominata esattamente "Ecclesia R+C Rito Antiquo et Gnostico", si definisce un corpo iniziatico-sacerdotale che si rifà allo spirito degli antichi gnostici e considera suo insegnamento essenziale quello relativo all’origine e al superamento del male nel mondo.  L'Ecclesia postula l’esistenza di un “Essere oltre tutti gli esseri”, trascendente e ineffabile: il Propator, il cui alito invisibile vivifica tutta la natura, e la cui immanenza divina è la suprema esaltazione della Creazione, tesa a riunire la vita dispersa. Questa immanenza si attua mediante il frazionamento della vita una del Propator, che si manifesta nell'Universo in un triplice aspetto, la Trinità.   L’uomo è un microcosmo che contiene in sé tutte le fasi evolutive, e rappresenta sulla Terra l’immagine divina del Propator. Compito dello gnostico è la realizzazione dell’immagine divina fino a identificarsi con essa, attingendo a un serbatoio invisibile di “forze”, con cui si può entrare in contatto mediante la meditazione, la preghiera e il rito.

Il Catechismo gnostico, pubblicato da Carlesi sulla rivista Conoscenza,  recita:  “In ogni uomo che si risveglia dal suo sonno, in ogni donna che riscopre il suo ruolo, il corpo diventa la via, il sentiero della trasmutazione, della resurrezione, della rigenerazione, e la carne ritorna vergine; la luce non è più prigioniera delle tenebre perché queste saranno da lei rese luminose, il Verbo si esprimerà allora nella sua pienezza così come fu pronunziato all’inizio, e la carne sarà trasfigurata”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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