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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

ALCHIMIA

                                
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ALCHIMIA

TEORIA E PRATICA

Terza fase alchemica

di Simon Pietro

 

La terza fase è chiamata, da Peter Marshall, da Dom Pernety, da Elemire Zolla,  e da tanti altri alchimisti che dividono le fasi alchemiche in 12, ‘Fissazione’, e viene da loro così definita: ‘Trasformazione di spirito in corpo; procedimento per rendere non volatile una sostanza’. Per chiarire meglio questo concetto diremo che l’energia dell’Ariete (prima fase), in virtù del fuoco che possiede, ha spaccato le zolle della materia grezza (Solve); diremo poi che sotto il segno del Toro (seconda fase) l’energia si è concretizzata e ha cominciato a dare i suoi frutti e diremo ora (terza fase) che con il segno dei Gemelli si rende necessaria la ‘fissazione’ di quell’energia vitale (Coagula) per rendere stabile nella materia la vita e la produttività. In questa fase si avrà quindi la fissazione del volatile, cioè lo sposalizio alchemico fra il Mercurio Principio e la Terra e sarà proprio il segno dei Gemelli, associato a questa fase, che ci aiuterà a comprendere e a superare meglio tutti gli scogli che dobbiamo affrontare.

Il segno dei Gemelli infatti  è un segno di Aria che ci fa pensare al soffio vitale e il suo simbolo grafico è composto proprio da due elementi saldamente uniti; il suo pianeta reggente è, poi, proprio il ‘Mercurio’, messaggero degli dei, è il mercurio alato, quello che unisce il maschile e il femminile (Caduceo Ermetico), il bene e il male, lo spirito e la materia.

L’etimologia della parola Gemelli deriva dal latino ‘Geminus’ che a sua volta ha affinità tematica con la parola greca ‘Gamos’ che significa appunto unione, matrimonio. Sono due parti, opposte e complementari, che nel segno dei gemelli si uniscono. L’operazione alchemica relativa al Mercurio, considerato dagli alchimisti portatore di messaggi e avente funzione di collegamento, era quella di unire fratello e sorella, quali elementi opposti contenenti ambedue la pietra filosofale che genera la vita.

La leggenda vuole che il segno dei Gemelli fosse la rappresentazione dei gemelli Castore e Polluce di cui solo Polluce era divino e immortale perché nato da Leda fecondata da Zeus. Mentre Castore era mortale perché nasce dal connubio sempre di Leda, ma con Tindaro che era mortale. I due gemelli, comunque nascono da uno stesso uovo e vengono protetti ed istruiti da Ermes (Mercurio) che porta il caduceo ermetico con il doppio simbolo dei serpenti. Ermes li fa educare in vista di eroiche missioni. Ma in una di queste missioni Castore viene ucciso. Polluce lo vendica e poi si rivolge al Padre divino, Giove, perché conceda la divinità a Castore, così che possa dividere con lui il regno eterno, perché troppo dolore proverebbe a separarsi dall’amato fratello. Giove accoglie la preghiera e permette ai due fratelli di trascorrere l’immortalità uniti nella costellazione dei Gemelli. Simbolo dell’unione fra il divino e l’umano, fra lo spirito e il corpo.

È da considerare poi che il periodo dei Gemelli, in parte, cade a Giugno, mese nel quale ricorre la festività della Pentecoste: questa festa ci ricorda la discesa dello Spirito Santo sopra gli Apostoli i quali da quel momento in poi parlarono in tutte le lingue ed è da ricordare che ad Ermes o Mercurio o Dio Toth, maestro del segno dei gemelli, spetta l’invenzione della parola e della scrittura. Nel volto umano la parte anatomica assegnata a Mercurio è la bocca ed in particolare la lingua che lancia il seme della parola per fecondare la fantasia e il raziocinio e per impregnare l’aria psichica altrui. Il Mercurio è considerato quindi lo Spirito che unendosi alla materia le dà vita perenne, e che sposandosi con la materia le trasmette fantasia e creatività.

Ma come rendere vitale e fertile questo stato di creatività in noi o meglio come fissare questo spirito mercuriale in noi?

A questo punto, è chiaro che per poter fissare questa energia creativa nel nostro modo di essere e renderci produttivi, dobbiamo agire con l’anima e con lo spirito; dobbiamo appellarci alla nostra creatività, quindi alla nostra immaginazione e alla nostra intuizione che sono sinonimi di produttività e che sono qualità psichiche associate al nostro intelletto, alla nostra anima e al nostro spirito. La vera creatività di una persona si può vedere infatti solo da ciò che produce.

Lavorando, quindi, su quello che vogliamo cambiare, noi possiamo creare un’immagine, un pensiero e produrre una nuova linea di condotta che ci porterà verso la realizzazione del nostro scopo.

La capacità creativa è insita nell’essere umano è una funzione propria della sua Essenza, ma spesso bisogna imparare a darle spazio per farla sviluppare. Alcuni riescono con facilità ad essere creativi tanto che in apparenza sembrano dotati di un dono particolare che non è stato concesso a tutti. Ma è un errore di valutazione nel quale molti incorrono inibendosi ulteriormente tanto da rinunciare a trovare un nuovo modo di porsi davanti alla realtà e tanto da impedire all’energia di fluire liberamente. L’energia bloccata rimuove la carica creativa e induce le persone a sentirsi schiave delle circostanze (della società e del proprio lavoro). C’è comunque chi da sempre sostiene che si può provare una sensazione di libertà piena e totale anche se relegati fra quattro mura; in questo caso accade che, l’impossibilità di disperdersi in mille attività, faciliti il contatto con la propria ‘Essenza’ e sblocchi la creatività. Ognuno di noi ha la possibilità di realizzare la creatività nel suo campo specifico e nella maniera che gli è propria; è necessario però, per riscoprirla, individuare come e quando ci siamo sentiti creativi, cominciando a fare un riesame di quei momenti della vita che ci hanno dato la sensazione piacevole di esserci sentiti liberi e rinnovati.  Dobbiamo sempre ricordare che gli esseri umani sono gli unici in natura che possono coscientemente lavorare sulle proprie energie. Se noi esseri umani ci esercitassimo e riuscissimo a riprodurre immagini e sensazioni che ci hanno portato a vivere momenti felici e creativi, noi capiremmo come affrontare sempre, ogni situazione, in maniera creativa: impareremmo sempre più a vivere a contatto con il nostro spirito, a richiamare in noi, ogni volta che occorre, l’energia dell’Ariete e la forza del Toro, impareremmo a potenziare sempre più la nostra creatività, la nostra vitalità e la nostra apertura verso l’universo diventerebbe sempre più ampia.

Fare alchimia non significa sfoggio di erudizione o di elucubrazioni vane, ma significa padroneggiare la realtà. E sovente basta solo interrogarsi nel profondo, isolandosi dalle distrazioni della routine quotidiana per avere risposte nuove e creative. Come ben sappiamo, ciascuno ha in sé tutto quello di cui abbisogna. Possiamo dire che il mondo è la rivelazione o meglio l’autodisvelarsi ai nostri occhi della coscienza che già esiste. Quindi facciamo in noi il lavoro della maieutica, per riconoscere gli strumenti che già possediamo, per imparare a servircene e per ampliare la nostra coscienza. Gli alchimisti per prima cosa guardano in se stessi ed esplorano i vari livelli della propria coscienza: ‘Conosci te stesso e conoscerai il mondo’. La differenza basilare tra lo scienziato e l’iniziato è che il primo comincia a studiare il mondo dall’esterno, mentre il secondo comincia con lo studio delle proprie possibilità interiori per capire il mondo. Le due impostazioni possiamo dire che sono adatte a completarsi a vicenda, entrambe sono necessarie e un giorno si integreranno. Arriverà il momento in cui i segreti del principio e della fine dell’universo possono divenire più accessibili alle creature umane che potranno fare parte più cosciente e integrante dell’universo stesso.

Comunque dopo aver compreso che abbiamo le possibilità di richiamare in noi e potenziare tutte le qualità che ci necessitano per affrontare qualunque cosa, ci serviremo dell’aiuto che ci deriva soprattutto dal ‘rilassamento’ e dalla ‘concentrazione’. Il rilassamento e la concentrazione ci serviranno per avere il contatto diretto con il nostro Sé, per riuscire a superare noi stessi e le nostre esigenze e per intuire i messaggi che ci arrivano dalla nostra Essenza. Il rilassamento e la concentrazione che ci accingiamo a mettere in pratica ci permetterà con più facilità di formare l’Uovo Filosofico in noi, Quell’Uovo dove avverranno le nozze alchemiche fra Spirito e Materia e dove nascerà un nostro rinnovato modo di essere. Basilio Valentino così definisce l’Uovo Filosofico: “Uovo, Atanor e Forno indicano la stessa cosa e con esso si indica quella sensazione di interiorità che si forma nel centro del petto dell'artista, quando questi, rilassandosi e concentrandosi sul proprio interiore è riuscito ad isolarsi dalle sensazioni del proprio corpo e dalle sensazioni di esistenza di un qualsiasi mondo esteriore”. Per chiarire ulteriormente diremo con B.Valentino che si tratta di uno stato di isolamento in cui tutto è abolito; ‘si è soltanto coscienti di quel dolce calore interno che ci deriva dalla sensazione che ci si è raccolti e congiunti con se stessi’ e diremo che questa sensazione di solito viene avvertita come un qualcosa di concreto, come un dolce e sottile calore che ci avvolge fisicamente, ci cova, ci nutre e ci culla. Possiamo dire infine che pur sapendo che questa sensazione dipende da noi stessi ci sentiamo da essa distinti. Saper riprodurre questo calore in noi è l’A.B.C che ci porterà alla vera concentrazione e poi alla vera meditazione. Ci porterà al ‘Rebis’, dove materia e spirito sono raffigurati uniti, non ancora putrefatti, proprio come nel segno dei Gemelli.

La prima cosa da farsi per poter essere creativi è imparare a divenire ‘Uno’ con il nostro Spirito. Riserviamo per la nostra crescita spirituale cinque, dieci minuti al giorno alla stessa ora, isoliamoci da tutto ciò che è esterno: stacchiamo il telefono, diciamo di non voler essere disturbati per ‘soli’ cinque minuti. L’importante è isolarsi dal resto del mondo e di  porre nel nostro Atanor o Uovo Filosofico, come materia grezza, noi stessi, le nostre esigenze.

 

  

TRAINING PER FISSARE LO SPIRITO IN NOI

 

Mettiamoci comodamente seduti…… con gli occhi leggermente socchiusi….. lo sguardo rivolto all’interno…… le mani appoggiate sulle

gambe come corpo morto…… i piedi ben poggiati a terra e paralleli……

Cerchiamo di fare un buon rilassamento muscolare e respiratorio….. contraiamo, uno alla volta, i muscoli cominciando da quelli della Testa, della nuca, della faccia e poi rilassiamoli……rilassiamoli sempre più…… contraiamo i muscoli delle braccia e rilassiamoli…… sentiamo la tensione uscire dalla punta delle dita delle mani…… Contraiamo i muscoli del bacino….. delle cosce….. delle gambe…… e rilassiamoli….. rilassiamoli….  sentiamo la tensione uscire dalle dita dei piedi e scaricarsi a terra…… ripetiamo a noi stessi….. sono rilassato…… sono rilassato...

Respiriamo profondamente ….. nell’espirazione vediamo i pensieri negativi che si allontanano .… spingiamoli come nubi spazzate dal vento…. oltre l’orizzonte…… nell’inspirazione introiettiamo luce benefica…… vediamola scendere su di noi… sentiamoci avvolti da essa….

Così….. avvolto dalla luce riesco a percepire un dolce…. un sottile calore che mi avvolge……. mi sento come dentro un uovo di luce…..  quel dolce calore interno mi coccola…… mi nutre……mi rassicura….. quel calore mi dà energia…. soddisfa ogni mia esigenza…….. Dentro questo ‘Uovo di Luce’ trovo salute….. benessere…. trovo protezione… mi sento capito ….. amato…… sento che posso ricevere aiuti e risposte  a tutte le mie esigenze… 

Posso chiedere qualunque cosa…… avrò sicuramente risposte amorevoli….. certe e veritiere….. avrò intuizioni e capacità creative……

Ogni volta che voglio creare…… immaginare…  chiedere lumi….  immagazzinare energie….. mi isolerò nel calore del mio ‘Uovo di Luce’….. Stabilirò il contatto con il mio Sé….. e aspetterò la risposta con fiducia…...

 

Appena possibile riapriamo gli occhi e facciamo roteare le spalle avanti in dietro, in alto e in basso.

 

Simon Pietro

 

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