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Le Scuole Iniziatiche dell'Antica  Saggezza

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APPUNTI SULLA BHAGAVADGITA

  Porfirio

 

Nel  canto n.9 ai primi tre versi krisna annuncia ad Arjiuna, che sta per comunicargli un segreto regale. Quale  e' questo segreto?

Nei versi successivi spieghera' in dettaglio ad Arjiuna una dottrina dell'emanazione, che partendo dal Purusha, il non manifesto, esamina successivamente la suddivisione della Prakriti, il manifesto. La teoria che Krisna spiega e' quella del Samkia uno dei sei darsana (o punti di vista) della tradizione vedica.

Chi conosce il Samkia, sa che esso e' il piu antico dei darsana. Gli Yoga-Sutra di Patanjiali, sono fondati sulla realizzazione di stati di coscienza teorizzati nel Samkia e la Bhagavadgita fa  riferimento alla stessa sorgente. Tutta la tradizione attribuisce la codificazione di questo darsana al saggio kapila; krisna al versetto 26 del 10° capitolo elenca ad Arjiuna una serie di cose  o personaggi ai quali   puo' essere paragonato e espressamente dice, che “tra i saggi (siddha)” lui e' paragonabile al saggio kapila.

Questa e' la prova che c'e' una identificazione piuttosto stretta tra le parole di krisna e il Samkia.

Anche la teoria dei guna, nominata in altri passi del poema e' un sicuro riferimento al Samkia, che ne spiega magistralmente il funzionamento. Vediamo allora di capire che cosa sia il Samkia e se sia possibile fare paragoni con altre tradizioni.

Cominciamo con il definire il Purusha : per il Samkia e' il non manifesto. Tale concetto e' identico al Ain Soph Aur cabalista e allo zero come numero.

Esaminiamo il concetto di Prakriti: essa rappresenta il manifesto, allo stato latente, l'uno come numero, il kheter cabalista.

Una delle caratteristiche del Samkia sono i guna, che rappresentano le tre tendenze o qualita' della manifestazione. Queste qualita' presenti  in ogni stato della manifestazione rappresentano concetti  diversi ad ogni livello del divenire. A livello della manifestazione chiamato:

MulaPrakriti, i guna sono in perfetto equilibrio, in quanto la Prakriti che e' l'unione degli opposti, e'  in uno stato di non azione.

I guna o tendenze o qualita'  sono cosi' suddivisi

tendenza alla manifestazione  =       Sattva

tendenza all'attivita'              =        Rajas

tendenza alla non attivita'      =        Tamas

 

Osserviamo questo apparente paradosso; nello stato di MulaPrakriti la qualita' Tamas consolida lo stato di non azione contenendo le qualita' Sattva e Rajas che spingono all'azione.

Al lato inferiore della manifestazione che potremo chiamare il Malkut della manifestazione e' necessario che la qualita' Tamas che si presenta con il termine inerzia venga superata per far crescere attraverso la tendenza all'azione (Rajas ) anche la qualita' Sattva, che e' essenzialmente ricerca del se superiore, ricerca della trascendenza.

I sentieri di risalita dell'albero cabalistico rappresentano questo sforzo per ritornare al Padre, al kheter, al numero uno.

Abbiamo parlato di Purusha e di Prakriti e a proposito di quest’ultima diciamo, che poiche' la natura di Prakriti e'” non instabile” e non necessita di differenzazione. se essa si differenzia, rompendo l'equilibrio dei guna, lo fa per necessita del Purusha.

Spinto dal  “il trasendente”, la Prakriti “ l'immanente” si differenzia, incomincia a divenire.

Questa prima differenziazione costituisce il Mahat (il grande).

Nella Cabala l' Ain Soph Aur rompe l'unita di Kheter che emana Hokmah.

Il termine Mahat mette in evidenza l'aspetto cosmico di questo divenire, il suo sinonimo  Buddhi, mette in evidenza analogo concetto ma riferito al microcosmo.

Quale e' la vera natura di Buddhi  o Mahat? E' una sostanza sottile comune a tutti i processi mentali, e' la facolta' attraverso la quale distinguiamo gli oggetti , e percepiamo cio' che essi sono.

Le funzioni di Buddhi sono la discriminazione e la decisione. Attraverso la Buddhi ,il Purusha  e' messo in grado di sperimentare tutta l'esistenza e di discriminare tra il Se e la Prakriti.

I guna nella Buddhi si manifestano nell'aspetto sattvico come: dovere, conoscenza, distacco dal desiderio, poteri divini.  In questo suo aspetto cio' equivale a saggezza, nell’aspetto rajasico, generano il desiderio, nell’ aspetto tamasico, producono questi quattro frutti:  Ignoranza, incapacita', appagamento, perfezione.

Andiamo ad esaminare le conseguenze di uno di questi frutti:

 

                                                                     ! AVIDYA      !

                                                                     !                  ! SENSO DELL'IO SONO

                                                                     ! ASMITA      !

                                                                     !

                                                                     !

          L'IGNORANZA GENERA                          ! RAGA         ! DESIDERIO

                                                                     !

                                                                     ! DVESA        !

                                                                     !                      SETE DI ESISTENZA

                                                                     !ABBINIVESA!

                                                                     !

 

Spinta dal guna Tamas questa sostanza sottile chiamata Buddhi produce l'ignoranza  dal quale viene generato il senso dell'io sono, il desiderio e la sete di esistenza.

Questa facolta' di Bhuddi e' potenziale prima del divenire e diviene effettiva al momento del divenire.

Anche nella cabala la facolta' di Hokmah che e' potenziale in Kheter, diviene effettiva alla emanazione della seconda Sephiraph.

kheter, infatti non potrebbe emanare Hokmah se le potenzialita' di quest'ultima, non fossero latenti in esso.

La Buddhi e' un principio cosmico , e' la base della distinzione tra soggetto ed oggetto.

 

Ricapitoliamo: il Purhusa, per sua necessita' , rompe l'equilibrio della Prakriti immobile o Mulaprakriti (stato kheter), giunge alla distinzione tra soggetto e oggetto (stato Hokmah ) e quest'ultimo a causa della qualita' Rajas  ( qualità dell'azione), genera Ahamkara o senso dell'io.

Il senso dell'io e' anche chiamato principio di individuazione; attraverso la sua azione differenti spiriti vengono dotati ciascuno di uno sfondo mentale distinto. Possiamo definire l'Ahamkara come  la facolta' di agire. E' da questa sostanza vergine che vengono generati tutti gli spiriti.

E come non vedere l'affinita' con la Sefiraph Binah.

 

Ricapitoliamo di nuovo: dal principio latente di manifestazione Prakriti per mezzo dell'impulso di Purusha nasce Mahat o Buddhi e da questo viene generato Ahamkara e potremo definire quest'ultimo come la Vergine Maria.

Nella cabala per impulso dell' Ain Soph Aur viene generata 'azione' di Kheter, che emana da se Hokmah, che emana da se Binah.

La Bhagavadgita spiega in versi (sutra), quello che il Samkia spiega in altro modo, ma quello che insegnano e' simile a quello che insegnano la Gnosi o la Cabala.

 

 

 Porfirio